14 gennaio 2008

"Io sono leggenda"

ATTENZIONE: SPOILER! SPOILER! SPOILER!

Tenuto conto del soggetto a cui il film si ispira, la speranza è che non sia solamente un grosso action movie fatto di effetti speciali fini a sè stessi. E per tutto il primo tempo non è così. Ci sono le grandi panoramiche di New York svuotata dei suoi abitanti e aggredita dalla natura che si riprende piano piano il territorio; ci sono i tanti riti e le necessità della nuova strana vita di Robert Neville, l'unico umano immune al contagio che vive col suo cane e cerca di tirare avanti nonostante la catastrofe, senza soccombere alla sete di sangue dei contagiati e al totale sconforto; e ci sono gli infetti, dapprima rivelati solo dalla paura di Neville al calare del sole e dai rumori animaleschi durante la notte e poi svelati nella sequenza migliore del film, quella nell'edificio-alveare. Poi inizia il secondo tempo, e tutto peggiora. Saltano fuori nel modo più improbabile due altri sopravvissuti, gli infetti da animali guidati solo dall'istinto di sopravvivenza quali erano si scoprono ora capaci di pedinare Neville e di tendergli trappole degne di McGiver, e infine, per rovinare del tutto la frittata, il finale è quanto di più scontato ci possa essere, col protagonista che scopre proprio all'ultimo l'antidoto al virus e si sacrifica subito dopo per salvare il genere umano, manco fosse Bruce Willis in Armageddon.
Peccato, occasione sprecata.

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