
Un album nato dalle ceneri di Ground Zero, che a cinque anni di distanza, e a sei anni dal crollo delle torri gemelle, resta, per quanto mi riguarda, un grande disco ancora attuale, che non ha perso nulla della rabbia e del dolore di "Empty Sky" e "You're missing" e della ricerca disperata di ritorno alla vita, affidandosi all'amore, alla speranza e al ricordo di chi non c'è più, in un crescendo che sfocia nel "Come on, rise up!" della conclusiva e meravigliosa "My city of ruins", già un classico del repertorio di Bruce.
Ho detto tutto questo perchè credo che il maggior difetto del nuovo "Magic" sia che difficilmente riuscirà a resistere agli ascolti futuri e a inserirsi tra gli illustri predecessori. Non che sia un album da buttare, sia chiaro. Ci sono le melodie azzeccate, c'è la passione genuina di Bruce e, fortunatamente, nessun segnale di finire tra i grandi bolliti del rock, ma il tutto sa troppo di un qualcosa che verrà presto dimenticato. Mancano, probabilmente, le storie e i personaggi che fanno grande un disco di Bruce, i "beautiful loosers" a cui siamo abitutati. Ecco, per dirla tutta, mi sembra che stavolta Bruce non abbia avuto molto da dire, che abbia svolto il compitino e poco più, e anche la E-Street Band viaggià un pò col freno tirato, senza grandi sussulti, con il sax di Clarence che arriva proprio quando te lo aspetti, e poi dov'è Roy Bittan?
Un mezzo passo falso quindi; comunque, caro Bruce, alla prossima, e ovviamente "stay hard, stay hungry, stay alive".
1 commento:
Grande Brius!
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